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VIA LIBERA PER IL RICALCOLO DELLE PENSIONI PER POLIZIA DI STATO E PENITENZIARIA: LA LEGGE N. 234/2021 RICONOSCE L’APPLICAZIONE DELL’ART. 54 D.P.R. N. 1091/1973 A TUTTE LE FORZE DI POLIZIA RIENTRANTI NEL COMPARTO SICUREZZA.

Il nostro studio è sempre stato contrario alla impostazione fornita dalla giurisprudenza maggioritaria che riteneva non applicabile l’aliquota più favorevole ex art. 54 D.P.R. N. 1091/1973 per il personale delle forze di Polizia ad ordinamento civile, ritenendo fermamente che il personale ad ordinamento civile dovesse essere destinatario del medesimo trattamento previdenziale previsto per il personale ad ordinamento militare, in quanto anche per i trattamenti di quiescenza deve valere il principio della equità di trattamento a parità di funzioni.

La legge di bilancio n. 234/2021 ha sancito il suddetto principio, per cui tutte le forze di Polizia rientranti nel cd. comparto sicurezza devono essere destinatarie della medesima disciplina pensionistica.

Conseguentemente, dovrà essere rideterminata ex art. 54 DPR. 1091/1973  secondo l’aliquota del 2,44% la quota retributiva del trattamento pensionistico di tipo  misto del personale delle forze di Polizia e del Corpo dei Vigili del Fuoco, che hanno maturato al 31.12.1995 meno di 18 anni di contributi, oltre al pagamento degli arretrati sui ratei pensionistici degli ultimi cinque anni.

I ritardi dell’Inps non sono in alcun modo tollerabili, in quanto l’istituto con molteplici circolari ha manifestato l’intenzione di adeguarsi a tale normativa (e prima ancora all’orientamento fatto proprio dalla storica sentenza delle Sezioni Riunite della Corte dei Conti Centrale di Appello del 04.01.2021 n. 1), ma ciononostante moltissime pensioni non sono state ancora ricalcolate, mettendo così a rischio di prescrizione i ratei oltre i cinque anni.

Il nostro studio offre assistenza per tutti i soggetti interessati per procedere all’interruzione della prescrizione avviando il procedimento di ricalcolo della pensione, ed in caso di inerzia da parte dell’Inps, per adire la Corte dei Conti e far valere il proprio diritto riconosciuto dalla legge.